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GP d'Australia - Promossi e bocciati

per circusf1.com

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29 marzo 2009
Si scoprono finalmente le carte dopo settimane di teorie e ipotesi. Bene BrawnGP, BMW e Red Bull; sprecano Williams e Toyota che stavano vivendo un buon weekend. Al di sotto delle attese gli altri. Da dimenticare la telenovela dei diffusori. Voti per i piloti e dal punto di vista tecnico per i team.

BrawnGP-Mercedes: 9,5
Erano dati per spacciati, sono rientrati in gioco poco prima del via del mondiale, sono sempre stati veloci nei pochi test a cui hanno partecipato e non era facile capire se stessero scherzando o facendo sul serio. In Australia hanno confermato di essere veramente al vertice, candidandosi a seri protagonisti per questo mondiale. La macchina è stata progettata quando ancora il team era Honda (e in Giappone qualcuno si starà mangiando le mani e non solo); adesso devono portarlo avanti con un budget più ridotto. Comunque bravi, anche se un’incertezza nel pit-stop di Button poteva costare cara.

Jenson Button: 7,5
Il ritiro di Kubica lo mette al riparo da un possibile ritorno del polacco nel finale di gara e gli consegna di fatto la prima vera vittoria della sua carriera dopo il rocambolesco successo in Ungheria nel 2006. Resiste al ritmo di Vettel; non fa miracoli, a quelli ci pensa la macchina, ma guida sicuro e senza sbavature. Bravo.

Ruben Barrichello: 2
Il suo compagno di squadra è in testa per tutto il GP; lui invece parte malissimo e si tocca prima con Webber, rovinando la gara a un po’ di piloti, poi con Raikkonen. Agguanta un secondo posto, ma grazie al ritiro di Vettel e Kubica. La BrawnGP è una piccola realtà che sta vivendo un sogno e ogni punto è prezioso; non guida la Ferrari di qualche anno fa che dava 2 secondi al giro a tutti e poteva permettersi di buttare via qualche piazzamento; dalla sua esperienza ci si aspetta più maturità in gara.

Red Bull-Renault: 8
Diffusore o no, la loro bella figura con Vettel la fanno, dimostrando la validità del progetto e delle scelte tecniche in controtendenza nonostante i tanti dubbi della vigilia. Domenica prossima dovranno confermare il loro stato di forma.

Sebastian Vettel: 4
Guida bene per tutta la gara, riuscendo a mantenere il contatto con Button. La sua gara meriterebbe un bel voto se non fosse per il finale: non tanto per il contatto con Kubica in sé, perché da considerarsi un normale incidente di gara le cui colpe sono da ripartire al 50%, quanto piuttosto per il giro percorso su tre ruote nel tentativo di restare nel gruppo dietro la safety car per portare a casa dei punti. Inutile e pericoloso per lui e per gli altri.

Mark Webber: 6
Viene speronato alla prima curva. Da quel momento la sua gara è definitivamente compromessa e non può far altro che cercare di portare la vettura al traguardo.

BMW: 7
Team a due facce: da una parte una monoposto senza Kers, decisamente in forma e che mostra notevoli potenzialità; dall’altra una vettura provvista del famigerato dispositivo di “recupero dell’energia” che a parità di macchina sembra dare solo svantaggi.

Robert Kubica: 7,5
Guida bene e in maniera aggressiva; la scelta di finire la gara con le gomme dure lo premia, facendogli intravedere anche una possibile vittoria. Peccato per quell’incidente nel finale, altrimenti avremmo forse assistito ad una bella battaglia negli ultimi giri con Jenson Button.

Nick Heidfeld: 6
Guida una macchina che sembra avere un freno a mano tirato invece di un Kers, se si confronta la sua prestazione con quella di Kubica. Rimane indietro per tutto il weekend e di più sembra non poter fare, complice anche l’incidente al via che lo spedisce in fondo al gruppo.

Williams-Toyota: 6
Il progetto è buono ma il team non raccoglie quanto semina. La strategia si rivela sbagliata, lasciando Rosberg con le poco performanti gomme tenere per troppi giri nel finale, e un pitstop eccessivamente lungo fa il resto. Partono per la Malesia con un sesto posto che va stretto, ottenuto anche grazie ai ritiri nella fase conclusiva del GP e alla squalifica di Trulli. Devono ottimizzare meglio quanto di buono hanno in mano.

Nico Rosberg: 7
E’ l’autore del giro più veloce. Fa quel che può ma la sua gara è un po’ vittima della strategia; cerca di recuperare quando gli altri sono in crisi con le tenere e non può fare nulla quando è lui a dover fare i conti col degrado delle supersoft. Sempre protagonista nelle libere, forse avrebbe potuto ottenere qualcosa di più in qualifica.

Kazuki Nakajima: 3
Sempre dietro al compagno di squadra per tutto il weekend, in qualifica non riesce a superare la Q2; la sua gara termina contro un muro dopo uno dei sui immancabili errori. La Williams ha bisogno di punti e lui deve arrivare al traguardo.

Toyota: 5
Le prestazioni sembrano buone, la macchina consistente, ma il risultato delle qualifiche viene buttato al vento per l’uso di alettoni posteriori troppo flessibili e le gare non si possono sprecare così: una brutta macchia nel weekend per la scuderia giapponese se si pensa anche a quanto sta succedendo attorno al loro diffusore. Peccato per la squalifica a fine GP perché in gara hanno espresso un bel potenziale.

Jarno Trulli: 8
Recupera molto bene dopo la partenza dalla pit-lane. Sale sul podio ma la festa dura poco; non si sono viste immagini del sorpasso durante la safety car, ma da quel che si è potuto capire sembra essere stato un episodio un po’ confuso nel quale sia lui che Hamilton non sapevano esattamente cosa fare.

Timo Glock: 6,5
Segue Trulli nel recupero, ma spreca in un testacoda. Riesce comunque a portare un po’ di punti a casa dopo un weekend travagliato per il suo team.

Force India-Mercedes: 5
Sono dove è reale aspettarsi che sia un team dal budget ridotto che lo scorso anno era sempre nelle ultime posizioni, e che ha scoperto da poco la nuova macchina dopo essere rimasto fermo per quasi tutto l’inverno. Per adesso non gli si può chiedere di più, ma i punti sperati sembrano un po’ lontani.

Giancarlo Fisichella: 2
Non guida male, ma quell’errore ai box è imperdonabile: da un pilota con più di 10 anni di Formula 1 alle spalle non ci si aspetta che falci i propri meccanici ai box sbagliando completamente l’arrivo alla piazzola.

Adrian Sutil: 6
Senza infamia e senza lode finisce davanti a Fisichella e in qualifica gli resta vicino. Vedremo in Malesia.

Ferrari: 4
Il passo gara è al di sotto delle aspettative, mentre per quanto riguarda l’affidabilità, in Australia è arrivata la conferma della fragilità vista nei test invernali e le loro vetture sono le uniche a ritirarsi per noie tecniche; la scelta di montare le tenere ad inizio gara forse non era del tutto sbagliata. C’è da lavorare.

Felipe Massa: 6,5
La macchina non gli permette grosse prestazioni, e fa quello che può cercando di guadagnare più posizioni possibili al via. Non ha ovviamente colpe per il ritiro.

Kimi Raikkonen: 4
Sempre dietro a Massa, non brilla e rovina la macchina in un testacoda che ultimamente stanno diventando troppi; si ferma con un giro d’anticipo per un guasto, ma ormai era fuori dai punti.

McLaren-Mercedes: 4
La macchina non è assolutamente nata bene e ci sarà molto lavoro da fare per risalire. La classifica di oggi non rispecchia la vera potenzialità della vettura di Woking, che grazie ai ritiri e beneficiando della penalizzazione di Trulli, riesce ad agguantare un podio insperato.

Lewis Hamilton: 8,5
Sa di non avere più il mezzo veloce dello scorso anno, ma ci mette tanto del suo per cercare di recuperare più posizioni possibili. Riesce a rimanere fuori dai guai e risale la classifica con sorpassi e con un po’ di aiuto della safety car. Bravo a non arrendersi, ma in prova non aveva convinto del tutto.

Heikki Kovalainen: senza voto
La sua gara dura pochi minuti senza colpe. In prova però sembrava più a suo agio rispetto ad Hamilton.

Renault: 4
Era lecito aspettarsi qualcosa di più da loro, invece deludono e restano nell’anonimato senza lasciare intravedere nulla di particolare; inutile attaccarsi al diffusore della discordia: in Australia l’intero pacchetto non era competitivo.

Fernando Alonso: 6
In qualifica non passa la Q2, complice anche un errore all’ultimo giro. In gara ha fatto quanto ha potuto per cercare di portare più avanti possibile la propria monoposto, ma col materiale che aveva a disposizione non poteva fare miracoli.

Nelsinho Piquet: 3
Sempre in ombra come nel 2008, finisce la sua gara nella ghiaia per un suo errore. Un anno è passato, ma per adesso lui non ripaga la fiducia che il team gli ha dato. E’ vero che la monoposto potrebbe essere fatta più su misura di Alonso, ma lui comunque sembra brancolare nel buio.

Toro Rosso-Ferrari: 4
Hanno il clone della Red Bull da cui si differenzia solo per il motore ma si ritrovano indietro, complici molto probabilmente i pochissimi chilometri di test. Possono sicuramente fare meglio e se lavorano bene come hanno fatto lo scorso anno, i risultati arriveranno, sarà solo questione di tempo. Intanto dovranno tirarsi su le maniche.

Sebastien Buemi: 7
Il debutto è buono: non commette errori, porta al traguardo la vettura ed è sempre davanti al suo compagno di team. Arriva a punti ma non per merito della squadra. Come inizio non è comunque male.

Sebastien Bourdais: 4
Lo scorso anno aveva un po’ deluso e la sua riconferma nel team è rimasta in bilico per molto. Inizia la sua seconda stagione facendosi battere dal debuttante Buemi. Così non va.

La "triplice alleanza" Ferrari-Renault-Red Bull: 0
Verrebbe da dire "da quale pulpito..." per un paio di nomi che formano la triade, considerando i loro precedenti. Gli accusatori hanno avuto tutto l’inverno per mettere chiarezza sulla questione dei profili estrattori, invece dopo qualche scambio di opinioni hanno preferito aspettare il primo GP per scatenare l’inferno e far volare parole grosse, nonostante un doppio parere ufficiale a favore della "banda del buco"; ricorrendo in appello mettono di fatto in standby gli ordini d’arrivo delle prime due gare fino a dopo Pasqua, ridicolizzando ancora una volta l’ambiente. La verità è probabilmente questa: finiti i test invernali e dati alla mano, hanno capito di non essere dove avrebbero voluto; non potendo ribaltare la situazione in tempi brevi, l’unica carta da giocare per cercare di sbarazzarsi di avversari scomodi è lavorare sul versante politico.

Fia: 0
Per circa 25 anni il GP d’Australia si è corso quando in Europa era ancora notte fonda; per motivi di share televisivo hanno preso l’incosciente decisione di posticipare la partenza al tardo pomeriggio, senza considerare gli effetti del sole basso o di possibili ritardi dovuti a problemi in partenza. Seminano ira fra team e appassionati in un test, quello sul cambiamento di assegnazione del titolo iridato, attraverso il quale cercano di capire la vera forza della FOTA. Poi, guardando gli stessi costruttori sputarsi addosso per una porzione di profilo estrattore, sotto sotto se la ridono seguendo il motto del "dividi et impera". Con i loro giochi di potere e la politica del profitto stanno trascinando la F1 in acque molto agitate.

Informazione (disinformazione) dei media italiani: 0
Non bastano due dichiarazioni ufficiali di legalità per BrawnGP, Williams e Toyota: i tre team vengono trattati dai media come i furbetti del quartierino, antisportivi e disonesti, specificando che sono lì davanti solo perché montano un diffusore diverso dagli altri, come se ci fosse già stata la sentenza di condanna da parte della Corte d’Appello. Poco professionali.

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